La leggenda più antica del mondo narra che le storie esistono da tanto tempo quanto l’umanità stessa. Che cosa vuol dire? Prendiamo la parola “leggenda”: in parte realtà, in parte fantasia, una leggenda può essere una storia che si è diffusa nel tempo e che arriva a noi, oggi, con capitoli, personaggi e dettagli che altre persone hanno aggiunto o rimosso. Con l’evoluzione del mondo, si sono sviluppati diversi modi di raccontare: con dei disegni sui muri di una caverna; mediante l’uso del linguaggio orale per raccontare storie a chiunque le volesse ascoltare; simulando la vita sul palcoscenico di un teatro; scrivendo parole sulla carta per stamparle sui libri; disegnando e dipingendo personaggi; oppure, infine, catturando immagini della vita reale, statiche (nella fotografia) oppure in movimento (nel cinema), così che potessimo scoprirne una traccia davanti a noi.

Si pensa che la prima fotografia sia stata scattata tra il 1826 e il 1827, in Francia, molto prima della nascita della pellicola fotografica o del formato digitale, da Nicéphore Niépce, inventore di un processo di sviluppo dell’immagine chiamato eliografia. In seguito, nel tentativo di catturare la vita in movimento, Eadweard Muybridge fotografò immagini di un cavallo al galoppo nel 1878 e le proiettò in sequenza, facendo credere all’occhio umano di guardare la stessa immagine che si muoveva. Era nato il cinema, e non ci volle molto prima che comparissero le prime cineprese e proiezioni in luoghi pubblici. I fratelli Louis e Auguste Lumière ripresero degli operai che lasciavano la fabbrica dopo la giornata di lavoro e mostrarono questo filmato ad alcuni spettatori nel 1895, inventando così il documentario. Georges Méliès, un illusionista francese, scrisse e girò storie di sua invenzione, e nel 1902 proiettò un viaggio sulla luna, inventando, a sua volta, il cinema di finzione.

Una storia o una leggenda contiene sempre una parte di finzione (un film non sostituisce la vita reale e una fotografia si affida all’immaginazione di chi la osserva); possiamo però dire, allo stesso tempo, che è anche fatta di verità. Quando ascoltiamo, leggiamo o guardiamo una storia, c’è sempre una parte di noi (gli spettatori) che si riconosce nelle immagini e nelle parole. È così che le leggende sono costruite: storie con elementi di verità e una parte di finzione che alimenta l’immaginazione di coloro che le ascoltano o le guardano.

Tuttavia, le storie e le leggende esistono anche per altre ragioni. Sebbene il desiderio di raccontare e di inventare storie ci abbia sempre accompagnato, la nascita della fotografia, prima, e del cinema, poi, hanno portato qualcosa di completamente nuovo: la possibilità di imprimere in un’immagine ciò che vediamo davanti ai nostri occhi, per poterla guardare ogni volta che vogliamo. Grazie alla fotografia, siamo stati capaci di fissare un istante di vita all’interno di una inquadratura. A sua volta, il cinema ci ha permesso di mostrare la vita in movimento e raccontare una storia con immagini che cambiano davanti a noi. Tutte le volte che guardiamo una fotografia o un film, scopriamo pertanto un frammento di vita: qualcosa che è successo in un altro luogo e in un altro tempo, reale o inventato che sia. Di conseguenza, una fotografia o un film possono essere testimonianze di vita trascorsa, senza che ci siano interventi da parte di chi ha scattato la fotografia o fatto il film, oppure possono essere immagini di un evento messo in scena appositamente per la lente del fotografo o del regista.

Esiste un confine netto tra realtà e finzione? Se viene chiesto a più persone di descrivere la fotografia o il film che hanno appena guardato, ciascuna racconterà una storia diversa. Come abbiamo detto, le storie vivono tanto nell’immaginazione di chi le racconta, quanto nell’immaginazione di chi le ascolta; in questo modo cambiano da persona a persona, generando nuove interpretazioni. Non tutti gli spettatori vedono le stesse cose. Alcuni si impossessano delle immagini e, con la propria immaginazione, aggiungono nuovi capitoli alle vite di coloro che appaiono in esse. Quindi, anche la fotografia e il cinema sono fatti di leggende: storie che, nel riflettere e alterare la vita, ce la fanno sentire e capire in un modo che non avremmo mai sperimentato se non la avessimo vista riprodotta davanti a noi, nel suo riflesso.