Sebbene il potere possa essere esercitato per costruire, guarire e per altri fini encomiabili, di solito il termine si incontra quando qualcuno impone la sua volontà sugli altri. Si può esaminare il concetto di potere a diversi livelli e da molte prospettive, come ad esempio nelle nostre relazioni personali, in alcuni gruppi sociali oppure in un contesto istituzionale.
La catena di conflitti tra persone che detengono un potere e chi invece è oppresso è forse uno dei concetti centrali della storiografia e delle scienze sociali, dal momento che numerosi eventi passati e presenti – così come certi fenomeni nelle nostre vite private e pubbliche – possono essere esaminati con questa prospettiva. Di conseguenza, non sorprende constatare che il conflitto tra persone che detengono un potere e i loro subordinati sia un tema trattato con frequenza e passione nelle opere d’arte.

Still from Tell Your Children (2007)

Il cinema offre moltissimi esempi in cui il potere è raffigurato come una forza politica oppressiva e sadica contro l’individuo. È uno dei temi centrali del lungometraggio di Zoltán Fábri Il quinto sigillo (titolo originale Az ötödik pecsét), così come di White Palms di Szabolcs Hajdu (titolo originale Fehér tenyér). Tuttavia, questi film mostrano i meccanismi del potere in due modi completamente diversi.
Uno degli obiettivi principali delle dittature è abolire l’autonomia personale allo scopo di confondere i cittadini in una folla omogenea che possa sottostare al regime politico senza criticarlo. Per raggiungere tale obiettivo, oltre ad altri strumenti di oppressione, è necessaria una comunicazione univoca e ideologica, lapidaria ed essenziale. Il cinema è particolarmente adatto a questo tipo di comunicazione, se si considera che i film possono avere una grande influenza sulle persone grazie alla loro eccezionale capacità di creare una realtà illusoria. Sia la dittatura nazista che quella bolscevica ne erano consapevoli, non sorprende infatti che assegnassero ingenti risorse finanziarie e istituzionali alla creazione di film di propaganda.
Alcuni film mostrano una caratteristica duplice, possono alludere a un potere manipolatorio e, in questo modo, anche disvelare questa stessa manipolazione. I personaggi, i dialoghi, i movimenti della macchina da presa, il cambio di punti di vista e altri espedienti cinematografici possono provocare nello spettatore critica o compassione attraverso la documentazione e la messa in scena di un’oppressione fisica e psicologica, così come attraverso manifestazioni di violenza che mirano a distorcere e abolire l’individuo.

Nel mondo dell’arte contemporanea il graffitismo è spesso considerato marginale. Tuttavia, si tratta di una forma artistica che solleva questioni importanti, come ad esempio le relazioni di potere.
I graffiti in mostra in luoghi pubblici o privati sono ritenuti illegali, motivo per cui, al contrario degli altri artisti, i graffitisti non rivelano mai la loro identità. La realizzazione di un murales descrive i tratti personali del ribelle, perché incarna la volontà di riappropriazione di aree urbane spesso desolate. Molti di questi artisti si prefissano tali obiettivi. Ad esempio, Banksy è un artista (e regista) anonimo contemporaneo le cui opere – che appaiono sui muri e sui ponti di tutto il mondo – riguardano il capitalismo, l’immigrazione, i senzatetto e altre diseguaglianze sociali.

In tal senso, sia i film che i graffiticlose sono adatti a fare emergere problemi sociali e portare le persone ad agire attivamente. Gli street artist hanno una grande responsabilità. Poiché i regimi politici dominanti si battono deliberatamente per una disseminazione sempre più indiscriminata delle loro ideologie, gli artisti più importanti di un’epoca sono spesso indotti a contribuire a questa missione. Un esempio nella storia del cinema è l’eccezionale talento della cineasta tedesca Leni Riefenstahl, messo al servizio della propaganda del Terzo Reich.

A ogni modo, non dobbiamo dimenticarci della responsabilità dello spettatore e della sua libertà spirituale. È importante conoscere il linguaggio del cinema e acquisire le abilità adeguate a interpretarlo, perché ci consente di riflettere sui contenuti trasmessi dal mezzo di comunicazione più importante del nostro tempo attraverso gli schermi dei cinema, della televisione, dei computer e degli smartphone. Questa consapevolezza può portarci a diventare immuni a tutte le forme di manipolazione e può anche aiutarci a comprendere messaggi artistici di oppressione, ingiustizia sociale o di qualsiasi ideologia oppressiva. Può perfino spingerci a imparare a comunicare attraverso quello stesso mezzo, a rispondere a messaggi che riceviamo e a crearne di nuovi.